Mamma, ma perchè è morto?

“Mamma ma perchè è morto?”
“Perché tutti gli esseri viventi prima o poi muoiono Maty, nascono, crescono, diventano vecchietti e poi muoiono.”
“Anche noi, mamma?”
“Certo Maty, anche noi.”
Voce fuori campo: “Mamma mia, povero bambino!”
Ma perché non dovremmo parlare della morte ai bambini e perché non dovremmo con serenità? Perché dovremmo trattarla come un fatto negativo, qualcosa di inaccettabile piuttosto che come una normale conseguenza della vita? La morte è un fenomeno naturale e, che ci piaccia o no, come tale è funzionale alla vita stessa e dovremmo tutti imparare ad accettarla con serenità a partire dalla consapevolezza che, trovandoci in un mondo dalla dimensione finita, se noi non andassimo mai via i nostri figli non potrebbero mai nascere. E io in tutta onestà non avrei mai voluto privarmi della tua compagnia, non avrei mai voluto privarmi della possibilità di navigare nei tuoi occhi e della felicità che mi hai donato.
E poi le persone che muoiono non se ne vanno mai completamente perchè ci portiamo per sempre dentro qualcosa di loro, nei ricordi, nei pensieri, nei gesti, nelle emozioni. È come se ciascuno di loro ci lasciasse un pezzettino e con tutti questi pezzettini noi andassimo a comporre il nostro puzzle, la nostra storia personale, ciò che noi stessi siamo. Quel che tu oggi conosci di me è l’insieme dei miei pezzettini personali montati con quelli che mi sono stati lasciati da nonna Margherita, da Amalia, da Franco, dai nonni Caterina, Armando e Giuseppe, dalle zie Maria e Ida e adesso anche da Tina. Quando tu mi guardi credi di vedere solo me ma in realtà vedi anche qualcosa di loro. A differenza di un puzzle, peró, l’immagine non è mai stabilita a priori e questi pezzi che aggiungiamo nel corso della vita ci cambiano e ci portano in una direzione o in un’altra, così il senso di quell’immagine lo comprenderemo solo alla fine, quando noi stessi lasceremo il nostro pezzettino agli altri.
La morte è un fatto naturale, quello che non è naturale sono certi modi di morire. Come quando si muore per il troppo inquinamento o per i veleni presenti nell’acqua e nel cibo o per qualche virus che sarebbe rimasto confinato nella foresta se non l’avessimo invasa e distrutta per la nostra avidità.
Oggi che la nostra famiglia piange una morte così inaspettata posso dirtelo più che in ogni altro momento: non è della morte che dobbiamo preoccuparci ma di come scegliamo di vivere la nostra vita.